Estintori

L’estintore ad acqua è stato probabilmente il primo mezzo portatile di spegnimento creato per i principi d’incendio. Negli ultimi anni questo tipo di estinguente è stato abbandonato (tranne che per gli estintori a schiuma) a favore di altre sostanze quali polveri e halon; tuttavia le problematiche ecologiche hanno stimolato ultimamente ricerche e studi su estintori ad acqua miscelata con sostanze filmanti e additivi particolari che agiscono sia per raffreddamento che per spegnimento. L’estintore ad acqua è costituito da un serbatoio contenente acqua per il 90% circa, mentre il resto del volume è composto da filmanti e additivi. La pressurizzazione è di tipo permanente. Il sistema di erogazione è analogo a quello degli altri estintori, e in particolare la lancia è costituita da una doccetta che permette la fuoriuscita dell’acqua con getto nebulizzato al fine di produrre un maggior scambio termico e un maggiore assorbimento di calore.
In alcuni paesi europei questi estintori hanno anche superato la prova dielettrica, ottenendo pertanto l’approvazione di tipo. In Italia ne è vietato l’uso su apparecchiature elettriche. In questo caso è obbligatoria l’applicazione del simbolo di pericolo.

Estintore a polvere
Contiene polvere antincendio, composta da varie sostanze chimiche miscelate tra loro con aggiunta di additivi per migliorarne le qualità di fluidità e idrorepellenza. Le polveri possono essere di tipo:

ABC – polvere polivalente valida per lo spegnimento di più tipi di fuoco (legno, carta, carbone, liquidi e gas infiammabili), realizzata generalmente con solfato e fosfato d’ammonio, solfato di bario, ecc.

BC – specifica per incendi di liquidi e gas infiammabili, costituita principalmente da bicarbonato di sodio. L’azione esercitata dalle polveri chimiche, nello spegnimento del fuoco, consiste essenzialmente nell’inibizione del materiale ancora incombusto, tramite catalisi negativa, nel soffocamento della fiamma e in un’azione endogena per abbattere subito la temperatura di combustione.

Estintore a idrocarburi alogenati
È un estintore che, simile a quello a polvere per particolari tecnico-costruttivi, contiene come agente estinguente gli idrocarburi alogenati comunemente detti anche Halons, adatti allo spegnimento di fuochi di classe A-B-C e su apparecchi sotto tensione elettrica. Il Protocollo di Montreal, firmato dalla maggior parte dei paesi del mondo, ha bandito l’impiego delle sostanze lesive dell’ozono stratosferico e dannose per l’ambiente, tra cui gli halons. L’Unione Europea e i Paesi firmatari di tali accordi hanno disciplinato la messa al bando dei prodotti lesivi con apposite leggi e regolamenti. Il nostro Paese ha regolamentato la dismissione e l’impiego degli halons negli estintori e negli impianti antincendio con la legge 28 dicembre 1993, n. 549, Decreto Ministero Ambiente 26 marzo 1996 e la legge 16 giugno 1997, n. 179. I prodotti che hanno sostituito gli halons negli estintori e negli impianti antincendio sono gli idroclorofluorocarburi (HCFC) e gli idrofluorocarburi (HFC) aventi un indice di impoverimento dello strato di ozono prossimo allo “0”. L’azione degli idrocarburi alogenati, quale agente estinguente, consiste nell’interporsi all’ossigeno nel naturale legame tra combustibile e comburente nella reazione di combustione, con conseguente spegnimento per sottrazione dell’ossigeno stesso.

Estintore idrico a schiuma
Estintore a schiuma meccanica: contiene liquidi schiumogeni miscelati in acqua e presenta, come particolare tecnico costruttivo, una lancia di scarica munita di fori per aspirare l’aria necessaria per l’espansione della schiuma. La fuoriuscita dell’agente estinguente avviene per mezzo di una compressione permanente o fornita da un’apposita bomboletta di pressurizzazione, quindi il liquido esce velocemente dalla lancia dove, per effetto Venturi dovuto ai fori d’aspirazione, avviene la giusta miscelazione di liquido e aria con formazione della schiuma.
Estintore idrico a schiuma chimica: sfrutta la reazione di due sostanze, solfato di alluminio e bicarbonato di sodio, che, mescolate al momento dell’impiego, producono una reazione chimica con sviluppo di CO2 (anidride carbonica), necessaria alla fuoriuscita del prodotto. Gli estintori a schiuma sono impiegati per lo spegnimento dei fuochi di classe A e B, spegnimento che avviene per soffocamento, dovuto all’effetto filmante (uno strato di schiuma-film che si espande sul fuoco).

Estintore ad anidride carbonica
Strutturalmente diverso dagli altri, in quanto costituito da una bombola d’acciaio realizzata in un unico pezzo di spessore adeguato alle pressioni interne, contiene CO2 (anidride carbonica) compressa e liquefatta. Il gruppo valvolare è con attacco conico, senza foro per attacco manometrico né valvola per controllo pressioni. Si distingue in ogni caso dagli altri estintori anche per la colorazione dell’ogiva (grigio chiaro), che è il colore prescritto nel manuale delle sostanze pericolose. È adatto per spegnimento di fuochi di classe B e C; essendo un gas inerte e dielettrico (di natura isolante), la normativa di prevenzione incendi ne prescrive l’installazione in prossimità dei quadri elettrici. Al momento dell’azionamento, l’anidride carbonica contenuta nel corpo dell’estintore, spinta dalla propria pressione interna, pari a circa 55/60 bar (a 20°C), raggiunge il cono diffusore dal quale, attraverso il passaggio obbligato in un filtro frangigetto, si espande, con una temperatura di circa -78°C, sotto forma di neve carbonica o ghiaccio secco. Il gas circonda i corpi in fiamme, abbassa la concentrazione d’ossigeno e provoca lo spegnimento per raffreddamento e soffocamento. La distanza utile del getto è molto limitata (2 o 3 m.).

Estintori ad acqua

Estintore a polvere
Contiene polvere antincendio, composta da varie sostanze chimiche miscelate tra loro con aggiunta di additivi per migliorarne le qualità di fluidità e idrorepellenza. Le polveri possono essere di tipo:

ABC – polvere polivalente valida per lo spegnimento di più tipi di fuoco (legno, carta, carbone, liquidi e gas infiammabili), realizzata generalmente con solfato e fosfato d’ammonio, solfato di bario, ecc.

BC – specifica per incendi di liquidi e gas infiammabili, costituita principalmente da bicarbonato di sodio. L’azione esercitata dalle polveri chimiche, nello spegnimento del fuoco, consiste essenzialmente nell’inibizione del materiale ancora incombusto, tramite catalisi negativa, nel soffocamento della fiamma e in un’azione endogena per abbattere subito la temperatura di combustione.

Servizio di dislocazione e numerazione estintori

Estintore a idrocarburi alogenati
È un estintore che, simile a quello a polvere per particolari tecnico-costruttivi, contiene come agente estinguente gli idrocarburi alogenati comunemente detti anche Halons, adatti allo spegnimento di fuochi di classe A-B-C e su apparecchi sotto tensione elettrica. Il Protocollo di Montreal, firmato dalla maggior parte dei paesi del mondo, ha bandito l’impiego delle sostanze lesive dell’ozono stratosferico e dannose per l’ambiente, tra cui gli halons. L’Unione Europea e i Paesi firmatari di tali accordi hanno disciplinato la messa al bando dei prodotti lesivi con apposite leggi e regolamenti. Il nostro Paese ha regolamentato la dismissione e l’impiego degli halons negli estintori e negli impianti antincendio con la legge 28 dicembre 1993, n. 549, Decreto Ministero Ambiente 26 marzo 1996 e la legge 16 giugno 1997, n. 179. I prodotti che hanno sostituito gli halons negli estintori e negli impianti antincendio sono gli idroclorofluorocarburi (HCFC) e gli idrofluorocarburi (HFC) aventi un indice di impoverimento dello strato di ozono prossimo allo “0”. L’azione degli idrocarburi alogenati, quale agente estinguente, consiste nell’interporsi all’ossigeno nel naturale legame tra combustibile e comburente nella reazione di combustione, con conseguente spegnimento per sottrazione dell’ossigeno stesso.

Formazione e sicurezza

Estintore idrico a schiuma
Estintore a schiuma meccanica: contiene liquidi schiumogeni miscelati in acqua e presenta, come particolare tecnico costruttivo, una lancia di scarica munita di fori per aspirare l’aria necessaria per l’espansione della schiuma. La fuoriuscita dell’agente estinguente avviene per mezzo di una compressione permanente o fornita da un’apposita bomboletta di pressurizzazione, quindi il liquido esce velocemente dalla lancia dove, per effetto Venturi dovuto ai fori d’aspirazione, avviene la giusta miscelazione di liquido e aria con formazione della schiuma.
Estintore idrico a schiuma chimica: sfrutta la reazione di due sostanze, solfato di alluminio e bicarbonato di sodio, che, mescolate al momento dell’impiego, producono una reazione chimica con sviluppo di CO2 (anidride carbonica), necessaria alla fuoriuscita del prodotto. Gli estintori a schiuma sono impiegati per lo spegnimento dei fuochi di classe A e B, spegnimento che avviene per soffocamento, dovuto all’effetto filmante (uno strato di schiuma-film che si espande sul fuoco).

Manutenzione impianti

Estintore ad anidride carbonica
Strutturalmente diverso dagli altri, in quanto costituito da una bombola d’acciaio realizzata in un unico pezzo di spessore adeguato alle pressioni interne, contiene CO2 (anidride carbonica) compressa e liquefatta. Il gruppo valvolare è con attacco conico, senza foro per attacco manometrico né valvola per controllo pressioni. Si distingue in ogni caso dagli altri estintori anche per la colorazione dell’ogiva (grigio chiaro), che è il colore prescritto nel manuale delle sostanze pericolose. È adatto per spegnimento di fuochi di classe B e C; essendo un gas inerte e dielettrico (di natura isolante), la normativa di prevenzione incendi ne prescrive l’installazione in prossimità dei quadri elettrici. Al momento dell’azionamento, l’anidride carbonica contenuta nel corpo dell’estintore, spinta dalla propria pressione interna, pari a circa 55/60 bar (a 20°C), raggiunge il cono diffusore dal quale, attraverso il passaggio obbligato in un filtro frangigetto, si espande, con una temperatura di circa -78°C, sotto forma di neve carbonica o ghiaccio secco. Il gas circonda i corpi in fiamme, abbassa la concentrazione d’ossigeno e provoca lo spegnimento per raffreddamento e soffocamento. La distanza utile del getto è molto limitata (2 o 3 m.).

Fornitura e manutenzione materiale antincendio

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Contenuto

Come allertare il sistema di soccorso:
– cause e circostanze dell’infortunio (luogo dell’infortunio, numero delle persone coinvolte, stato degli infortunati, ecc.)
– comunicare le predette informazioni in maniera chiara e precisa ai Servizi di assistenza sanitaria di emergenza
– come riconoscere un’emergenza sanitaria
Scena dell’infortunio:
– raccolta delle informazioni
– previsione dei pericoli evidenti e di quelli probabili
Accertamento delle condizioni psicofisiche del lavoratore infortunato:
– funzioni vitali (polso, pressione, respiro)
– stato di coscienza
– ipotermia ed ipertermia
Nozioni elementari di anatomia e fisiologia dell’apparato cardiovascolare e respiratorio
Tecniche di autoprotezione del personale addetto al soccorso
Come attuare gli interventi di primo soccorso
Sostenimento delle funzioni vitali:
– posizionamento dell’infortunato e manovre per la pervietà delle prime vie aeree
– respirazione artificiale
– massaggio cardiaco esterno
Riconoscimento e limiti d’intervento di primo soccorso:
– lipotimia, sincope, shock
– edema polmonare acuto
– crisi asmatica
– dolore acuto stenocardico
– reazioni allergiche
– crisi convulsive
– emorragie esterne post-traumatiche e tamponamento emorragico
I rischi specifici presenti nell’ambito di lavoro
Acquisizione delle conoscenze generali sui traumi in ambiente di lavoro:
– cenni di anatomia dello scheletro
– lussazioni, fratture e complicanze
– traumi e lesioni cranio-encefalici e della colonna vertebrale
– traumi e lesioni toraco-addominali
Acquisizione delle conoscenze generali sulle patologie specifiche in ambiente di lavoro:
– lesioni da freddo e da calore
– lesioni da corrente elettrica
– lesioni da agenti chimici
– intossicazioni
– ferite lacero contuse
– emorragie esterne
Acquisizione delle capacità di intervento pratico:
– principali tecniche di comunicazione con il sistema di emergenza del S.S.N.
– principali tecniche di primo soccorso nelle sindromi cerebrali acute
– principali tecniche di primo soccorso nella sindrome respiratoria acuta
– principali tecniche di rianimazione cardiopolmonare
– principali tecniche di tamponamento emorragico
– principali tecniche di sollevamento, spostamento e trasporto del traumatizzato
– principali tecniche di primo soccorso in caso di esposizione accidentale ad agenti chimici e biologici

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Come allertare il sistema di soccorso:
– cause e circostanze dell’infortunio (luogo dell’infortunio, numero delle persone coinvolte, stato degli infortunati, ecc.)
– comunicare le predette informazioni in maniera chiara e precisa ai Servizi di assistenza sanitaria di emergenza
– come riconoscere un’emergenza sanitaria
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– funzioni vitali (polso, pressione, respiro)
– stato di coscienza
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Tecniche di autoprotezione del personale addetto al soccorso
Come attuare gli interventi di primo soccorso
Sostenimento delle funzioni vitali:
– posizionamento dell’infortunato e manovre per la pervietà delle prime vie aeree
– respirazione artificiale
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– edema polmonare acuto
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1) Incendio e la prevenzione incendi:
principi su combustione e incendio; sostanze estinguenti; triangolo della combustione; principali cause di incendio; rischi per le persone in caso di incendio; principali accorgimenti e misure per prevenire gli incendi.

2) Protezione antincendio e procedure da adottare in caso di incendio:
principali misure di protezione contro gli incendi; vie di esodo; procedure da adottare quando si scopre un incendio o in caso di allarme; procedure per l’evacuazione; rapporti con i vigili del fuoco; attrezzature e impianti di estinzione; sistemi di allarme; segnaletica di sicurezza; illuminazione di emergenza.

Esercitazioni pratiche

Presa visione e chiarimenti sui mezzi di estinzione più diffusi; presa visione e chiarimenti sulle attrezzature di protezione individuale; esercitazioni sull’uso di estintori portatili e modalità di utilizzo di naspi e idranti.

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Principali soggetti del sistema di prevenzione aziendale:

compiti, obblighi, responsabilità; relazioni tra vari soggetti interni ed esterni del sistema di prevenzione; definizione e individuazione dei fattori di rischio; incidenti e infortuni mancati; tecniche di comunicazione e sensibilizzazione dei lavoratori, in particolare neoassunti, somministrati e stranieri; valutazione dei rischi dell’azienda, con particolare riferimento al contesto in cui il preposto opera;

individuazione misure tecniche, organizzative e procedurali di prevenzione e protezione; modalità di esercizio della funzione di controllo dell’osservanza da parte dei lavoratori delle disposizioni di legge e aziendali in materia di salute e sicurezza sul lavoro, e di uso dei mezzi di protezione collettivi e individuali messi a loro disposizione.

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principi giuridici comunitari e nazionali; legislazione generale e speciale; principali soggetti coinvolti e relativi obblighi; definizione e individuazione dei fattori di rischio; valutazione dei rischi; individuazione delle misure tecniche, organizzative e procedurali di prevenzione e protezione; aspetti normativi dell’attività di rappresentanza dei lavoratori; nozioni di tecnica della comunicazione.

 

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